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Olio di mandorle: le sue molteplici proprietà cosmetiche

L’olio di mandorle dolci
È ottenuto dalla spremitura dei frutti dell’albero del mandorlo (Prunus dulcis Mill.), le mandorle dolci.
Il nome »mandorla« si ritiene abbia la stessa etimologia del nome »amigdala«, la piccola porzione di cervello che controlla la capacità di sviluppare memoria e processare le emozioni.
Utilizzato topicamente, ha spiccate proprietà lenitive, elasticizzanti, idratanti e nutrienti, ed è particolarmente indicato per la pelle delicata e sensibile di adulti e bambini.
L’olio di mandorle dolci è uno degli oli maggiormente utilizzati per per diluire gli oli essenziali in ogni tipo di massaggio, grazie alla sua consistenza leggera e al suo delicato aroma.

Questo testo presenta dettagli sulle proprietà botaniche e cosmetiche della mandorla dolce. Le singole sezioni sono strutturate in modo tale da permettervi di navigare subito al capitolo che vi interessa di più.

I capitoli di questa pagina sono

Descrizione botanica

Mandorle dolce
Famiglia: Rosaceae
Sottofamiglia: Prunoideae
Genere: Prunus
Specie: Prunus dulcis

Il mandorlo (Prunus dulcis Mill.) è un albero di medie dimensioni, deciduo, che può raggiungere gli 8/10 metri di altezza. Ha una crescita lenta, e raggiunge il pieno potenziale di fruttificazione intorno ai 6 anni di età. La chioma dell’albero, a seconda delle varietà, può essere a portamento assurgente o espanso.

L’albero ha apparato radicale molto robusto, però poco espanso e ramificato. Tuttavia in ambienti secchi e aridi e nei terreni sciolti le radici possono svilupparsi fin ad una profondità che supera 1metro. L’albero del mandorlo prospera, soprattutto a livello di produttività, in un terreno leggero, calcareo, ben drenato, fertile, ricco di sostanza organica e con una buona ritenzione idrica (1), ma si adatta molto bene anche a terreni sabbiosi, poveri, aridi e superficiali.

Condizioni ambientali per la mandorla

Richiede un pH compreso tra 6,5 e 7,5 e presenta una buona tolleranza al calcare. Predilige pieno sole o ombra parziale, e riparo dai venti, anche se fruttifica meglio in una posizione soleggiata. Tollera la siccità e il caldo eccessivo, così come un intenso freddo invernale, ma teme molto l’eccesso di umidità. Per gli alberi da frutto della zona temperata, come il mandorlo, l’intervallo di temperatura ottimale per l’attività foto sintetica è compreso tra 25°-30° C , con una forte riduzione della produzione con temperature inferiori a 15° C o superiori a 35° C.

Aspetto e frutta

Il mandorlo ha un tronco con una corteccia marrone, che risulta rugosa e screpolata in senso longitudinale. Le foglie sono caduche, hanno forma lanceolata, a margine seghettato, alterne, lucide sulla pagina superiore, molto simili a quelle del pesco ma di dimensioni inferiori.

I fiori, bianchi o leggermente rosati, hanno 5 petali che si sviluppano singolarmente o in coppia, e sbocciano precocemente prima dell’inizio della primavera, talvolta se le temperature sono miti e a seconda delle varietà, anche in Gennaio o Febbraio. La sua fioritura dura da 1 a 3 settimane. Il frutto è una drupa di forma sferoidale o ovoidale più o meno compressa, formata da un epicarpo (buccia) di colore verde e pelosa, da un mesocarpo (polpa) fibroso e asciutto e da un endocarpo (guscio) variabile a seconda della varietà. L’insieme della buccia e della polpa forma il mallo che, non appena giunge a maturazione, si apre lungo la linea di sutura lasciando nudo il guscio.

Dentro al guscio vi sono contenuti i semi, ovvero la mandorla, formati da un tegumento esterno di colore da marrone chiaro a marrone scuro, più o meno ruvido che avvolge al suo interno l’embrione.

L’importanza dell’impollinazione

I fiori ermafroditi del mandorlo sono impollinati dalle api. Nonostante ciò, buona parte delle varietà coltivate sono caratterizzate da fenomeni di auto incompatibilità provocati dalla sterilità degli organi fiorali. Visto che la produzione del mandorlo si identifica con quella del seme e la maggior parte delle varietà risultano auto incompatibili, per garantire una buona produzione è indispensabile massimizzare sia l’impollinazione che la fecondazione dei fiori, piantando, al momento dell’impianto, varietà diverse di mandorlo e sistemare ulteriormente delle arnie in modo da favorire l’impollinazione operata dalle api durante la fioritura (1).

Il mandorlo si propaga o attraverso il seme, tecnica che consente di ottenere soggetti più robusti e vigorosi, o tramite innesto.

La classificazione maggiormente utilizzata si distingue in base alle caratteristiche del frutto e della mandorla:
Prunus dulcis varietà sativa, che comprende varietà a seme dolce, con endocarpo duro a cui afferiscono la maggior parte delle varietà coltivate
Prunus dulcis varietà amara, che comprende varietà a seme amaro per la presenza di un glucoside all’interno della mandorla
Prunus dulcis varietà fragilis, che comprende varietà a seme dolce con endocarpo fragile.

Allo stesso genere appartengono anche numerose specie selvatiche.

Storia dell’albero di mandorlo

Il mandorlo dolce coltivato (Prunus dulcis Miller (D.A. Webb) syn. P. amygdalus Batsch) ha avuto origine dalla specie selvatica conosciuta originariamente come Amygdalus communis L. che cresceva sui pendii inferiori delle montagne dell’Asia centrale. Il frutto della varietà selvatica contiene il glicoside amigdalina, che in condizioni di alterazione libera acido cianidrico (contenente cianuro), e risulta perciò molto tossico. Prima della coltivazione e dell’addomesticamento, le mandorle selvatiche venivano raccolte come cibo e senza dubbio venivano lavorate per lisciviazione o tostatura per eliminarne la tossicità.

Le mandorle dolci addomesticate non sono tossiche. Grazie ad una comune mutazione genetica che provoca l’assenza del glicoside amigdalina, e tale mutante è stato coltivato dai primi agricoltori, » all’inizio involontariamente nei cumuli di spazzatura e poi intenzionalmente nei loro frutteti« (2). Si ritiene che le mandorle siano state uno dei primi alberi da frutto ad essere addomesticati (3), probabilmente ancor prima dell’introduzione dell’innesto. I frutti erano già addomesticati e coltivati nell’età del bronzo (3000-2000 a.C.) nel Vicino Oriente. Un noto esempio archeologico del consumo di mandorle è il frutto trovato nella tomba di Tutankhamon in Egitto (1325 a.C. circa), probabilmente importato dal Levante (3). Da allora la mandorla è stata diffusa dall’uomo lungo le coste del Mediterraneo nell’Africa settentrionale, nell’Europa meridionale , e più recentemente, in altre parti del mondo, compresa la California (4).

Simbolismo ed etimologia

Il termine mandorla deriva dal latino Amandolus-a, a sua volta derivante dal greco Amýgdalos-e. Anche l’amigdala, la piccolissima porzione di cervello morfologicamente simile a una mandorla e legata all’elaborazione delle emozioni, alla memorizzazione dei ricordi e all’istinto di sopravvivenza, si crede abbia la stessa etimologia.

Nel cristianesimo, il mandorlo è un simbolo di nascita e resurrezione. E’ il primo albero a sbocciare in primavera e perciò simboleggia il rinnovarsi della natura, dopo la quiete invernale. Il suo significato esoterico è strettamente collegato al suo frutto, la mandorla, che rappresenta la fecondità, la sapienza, l’essenza spirituale nascosta.

Uso storico

Le mandorle sono molto apprezzate nella medicina Ayurvedica, secondo la quale esse e il loro olio promuovono efficacemente la salute del sistema riproduttivo, dei muscoli e delle ossa. Considerate come un tonico per il cervello, il sangue e la pelle, sono spesso usate per migliorare le funzioni cognitive, l’immunità, la forza muscolare e la virilità (5). L’olio di mandorle dolci è stato ampiamente utilizzato inoltre nelle antiche scuole di medicina cinese, per i suoi numerosi benefici in ambito cosmetico e medicinale. La pratica medica greco –persiana Unani Tibb considera l’olio un afrodisiaco naturale, tramite il massaggio e il consumo interno (3)(6).

La produzione dell’olio

La produzione globale di mandorle si aggira tra 1 e 1,5 milioni di tonnellate, secondo la Food and Agriculture Organization (FAS 2017). Il maggior produttore mondiale, attualmente, sono gli Stati Uniti, ed in particolar modo la California, seguiti da Australia, Grecia, Iran, Italia, Marocco, Portogallo, Spagna, Siria, Turchia.

Le mandorle, e l’olio che si ottiene dalla loro spremitura, sono state descritte in letteratura come »una centrale elettrica nutrizionale«, poiché rappresentano una ricca fonte di vitamina E, niacina, calcio, fibre, acido folico, magnesio, potassio, acidi grassi essenziali (7).

Metodi di estrazione dell’olio di mandorle

Come per molti altri oli vegetali, i metodi di estrazione utilizzati dall’industria sono sostanzialmente tre:

  • il metodo di spremitura meccanica a freddo
  • il metodo di spremitura meccanica a caldo>
  • la tecnica di estrazione tramite solvente

Estrazione con Solvente

Nella tecnica di estrazione con solvente la quantità di olio che si ottiene è maggiore rispetto all’estrazione tramite metodo a freddo, ma il prodotto finale risulta decisamente contaminato dai componenti chimici utilizzati durante il processo, motivo per il quale viene successivamente sottoposto ad un’ulteriore processo di raffinazione, e con un patrimonio nutritivo decisamente ridotto a causa delle elevate temperature utilizzate.

Estrazine meccanica a caldo

Nella spremitura meccanica a caldo i semi vengono precedentemente riscaldati, e l’olio ottenuto deve essere ulteriormente sottoposto a raffinazione.

Estrazione del olio di dell’olio di mandorle a freddo

L’estrazione meccanica con metodo a freddo risulta essere decisamente l’estrazione migliore per ottenere un olio »vergine« con un elevato profilo organolettico e nutrizionale, per quanto la resa sia nettamente inferiore agli altri due metodi.

E’ importante ricordare che gli oli vegetali a certificazione biologica possono essere ottenuti soltanto da pressione meccanica (a caldo o a freddo) dei semi: un olio ottenuto tramite estrazione con solvente non può quindi essere mai certificato biologico.

Il processo di produzione ottimale per l’estrazione dell’olio di mandorle dolci comporta l’essiccazione, vitale per un olio di qualità, delle mandorle, affinchè sia ridotto notevolmente il loro contenuto di acqua. Tale fase contribuisce ad allungare la durata di conservazione del prodotto finito, riducendo il rischio inoltre che l’olio sviluppi una crescita fungina causata dall’umidità dei frutti. L’essiccazione avviene esponendo le mandorle al sole per un massimo di tre giorni o esponendole alla ventilazione ad aria calda, talvolta dentro un forno. Dopo la rimozione dei gusci, e se necessaria un’ulteriore frantumazione dei semi, a seconda delle varietà, le mandorle vengono poste tra due piastre metalliche rotanti e la pressione meccanica applicata tra le due piastre causa la frantumazione e il rilascio dell’olio.

La estrazione meccanica a freddo è stato affiancato negli ultimi anni dall’estrazione con fluidi supercritici, o SFE (supercritical fluids extraction), che si è progressivamente imposta come una delle tecnologie elettive per trattare, con vari obiettivi, materie prime di interesse alimentare, farmaceutico e cosmetico, nonché per ottenere oli di altissima qualità.

L’olio di mandorle dolci spremuto a freddo e non raffinato ha un colore giallo tenue e un leggero e caratteristico odore di mandorla fresca. La sua consistenza è delicata e si assorbe in fretta sulla pelle.

Composizione dell’olio di mandorle dolci

L’olio di mandorle dolci è una ricca fonte di macronutrienti e micronutrienti. I suoi componenti chimici principali sono rappresentati ovviamente da acidi grassi essenziali, associati a vitamina E (alfa-tocoferolo) e vitamine del gruppo B.

Le concentrazioni dei principali costituenti chimici variano a seconda dell’origine delle mandorle, della varietà, dalle condizioni ambientali di coltivazione e dal protocollo di estrazione utilizzato.

Gli acidi grassi insaturi rappresentano circa il 90% della composizione degli acidi grassi nell’olio di mandorle dolci. La percentuale maggiore (60-85%) è rappresentata dall’acido oleico, un grasso monoinsaturo appartenente alla famiglia degli acidi grassi Omega 9, associato all’acido linoleico (7-30%), un grasso polinsaturo appartenente alla famiglia degli acidi grassi Omega 6. Gli acidi grassi saturi, nello specifico acido stearico e acido palmitico, rappresentano circa il 10% della composizione totale degli acidi grassi, e mediamente l’olio di mandorle dolci contiene anche tracce di acido palmitoleico e gadoleico (due grassi monoinsaturi non essenziali) e acido arachico (un acido grasso saturo).

Composizione dell’olio di mandorlepercentuale
acidi grassi saturi (acido stearico e acido palmitico)ca. 10%
acidi grassi monoinsaturi (acido oleico)ca. 70%
acidi grassi polinsaturi (acido linoleico)ca. 20%

Utilizzo dell’olio di mandorle dolci

La composizione dell’olio di mandorle dolci lo rende un olio vegetale decisamente prezioso per le sue numerose proprietà medicinali e cosmetiche. Comunemente usato come ingrediente naturale nella cura della pelle e dei capelli, si rivela anche un ottimo protettivo per la salute quando assunto come olio alimentare, in special modo come protettore cardiovascolare (regola i livelli di colesterolo nel sangue), nel trattamento della stipsi, nella stabilizzazione dei livelli di glucosio del sangue (8).

L’olio di mandorle dolci nella Cosmesi

Grazie alla sua consistenza leggera e alla sua delicatezza, viene utilizzato attualmente in molti preparati ad uso dermocosmetico, come oli da massaggio per la pelle dei neonati, dei bambini e degli anziani, creme e latti idratanti per la pelle sensibile, fragile e secca, e come emolliente e nutriente dopo la pulizia del viso.

La sua versatilità lo rende un ottimo olio vegetale anche utilizzato puro sulla pelle e i capelli.

Vanta spiccate proprietà emollienti, nutrienti ed elasticizzanti, ed è indicato nel trattamento quotidiano di ogni tipo di pelle, poiché ha una consistenza leggera che permette una veloce penetrazione. E’ indicato per rimuovere delicatamente le impurità della pelle e come sebo equilibrante in caso di pelle acneica.

Applicato quotidianamente in piccole quantità sulla pelle del viso, aiuta a ritardare i segni dell’invecchiamento e a mantenere la pelle protetta e luminosa.

Applicato regolarmente prima di dormire, preferibilmente riscaldato a temperatura corporea, aiuta a diminuire notevolmente l’aspetto delle occhiaie.

Le proprietà dell’olio e i suoi benefici

Le sue proprietà possono aiutare nel trattamento della pelle affetta da eczema e psoriasi, alleviando infiammazione, prurito e rossore (6). Inoltre, grazie alla sua delicatezza, è indicato nel massaggio della pelle dei neonati, nonché nel trattamento del rossore da pannolino.

Il contenuto naturale di vitamina E rende l’olio di mandorle dolci un efficace olio vegetale dalle proprietà antiossidanti che contribuisce a rendere la pelle del viso e del corpo levigata, sana ed elastica.

L’olio di mandorle dolci è tradizionalmente raccomandato in massaggi delicati per prevenire l’insorgenza delle smagliature durante la gravidanza e nel prevenire le ragadi del capezzolo durante l’allattamento, sebbene alcuni ricercatori abbiano suggerito che il massaggio, piuttosto che l’olio stesso, potrebbe rappresentare la parte maggiormente terapeutica di questo trattamento (9).

Grazie al suo contenuto naturale di vitamina E, l’olio di mandorle dolci stimola la produzione di collagene, mantenendo la pelle idratata a lungo ed elastica, e proteggendola dai danni causati dai raggi UV. Svolge infatti un ruolo importante nella fotoprotezione, prevenendo i danni dei radicali liberi indotti dai raggi UV sulla pelle, e svolge inoltre un’azione antinfiammatoria.

E’ particolarmente raccomandato nel trattamento della pelle secca e screpolata, arrossata e soggetta a prurito. Può essere utilizzato come struccante delicato per gli occhi e come olio rigenerante per le labbra screpolate.

Utilizzato puro sui capelli, l’olio di mandorle dolci è un ottimo olio vegetale condizionante ed ammorbidente per i capelli secchi, sfibrati, spenti e danneggiati. E’ particolarmente consigliato in impacchi prima o dopo l’abituale shampoo, sui capelli asciutti o bagnati, per donare vigore e lucentezza ai capelli sottili e danneggiati.

Come utilizzare l’olio di mandorle dolci

Idratante per il viso
Dopo aver delicatamente deterso la pelle del viso, scaldare una piccola quantità di olio di mandorle dolci a bagnomaria o direttamente in un recipiente e applicarne una giusta quantità tramite leggero massaggio, senza tralasciare il contorno occhi.
Idratante per il corpo
In seguito alla doccia, applicare sulla pelle (preferibilmente bagnata) una giusta quantità di olio di mandorle dolci e massaggiare delicatamente fino a completa penetrazione. Sulla pelle asciutta, dopo la doccia, per ottenere una pelle ancora più morbida e levigata, unire all’olio di mandorle dolci alcune gocce di olio essenziale di rosa, mirra o lavanda. Per nutrire e pulire in profondità e mantenere elastica la pelle, mescolare olio di mandorle dolci e olio di jojoba con un cucchiaino di miele, massaggiare lentamente sulla pelle con un movimento lento e circolare, lasciare agire 10 minuti e risciacquare con acqua calda. Tale preparazione, applicata anche sulla pelle affetta da acne ed eruzioni cutanee, purifica e facilita la guarigione di screpolature e cicatrici.
Massaggio
L’olio di mandorle dolci è uno dei migliori oli per massaggi di vario genere, grazie al suo aroma delicato e alla sua consistenza leggera. Unirlo a qualche goccia dell’olio essenziale desiderato, e applicarlo tramite massaggio specifico su tutto il corpo o sulle parti del corpo scelte.
Esfoliante
Per ottenere un delicato ed efficace esfoliante per la pelle del corpo, mescolare energicamente dell’olio di mandorle dolci con una piccola quantità di zucchero bianco fine, applicarlo sulla pelle per rimuovere lo sporco e le cellule morte, e risciacquare con acqua calda o tiepida.
Nutriente per i capelli
Utilizzare qualche goccia di olio di mandorle dolci sui capelli umidi dopo lo shampoo, come sostituto del balsamo, e procedere all’asciugatura. I capelli risulteranno luminosi e morbidi a lungo. Su capelli secchi e danneggiati, mescolare olio di mandorle dolci con una piccola quantità di olio di ricino e 5 gocce di olio essenziale di sandalo. Massaggiare tale miscela sui capelli per tutta la loro lunghezza, dalla radice alle punte, mezz’ora prima del lavaggio o lasciarla in posa una notte, e poi procedere con lo shampoo. E’ consigliato effettuare tale impacco una volta al mese. Per donare lucentezza ai capelli e mantenerli in salute, effettuare un impacco di olio di mandorle dolci, massaggiando delicatamente dalla radice alle punte, e avvolgere la chioma in un asciugamano per mezz’ora, quindi procedere al lavaggio con uno shampoo delicato.

L’ideale è acquistare olio di mandorle dolci proveniente da agricoltura biologica, puro, non raffinato e spremuto a freddo, per garantire un profilo nutritivo dell’olio elevato.

Avvertenze nell’uso cosmetico

L’olio di mandorle dolci è un olio vegetale delicato e generalmente sicuro sulla pelle.

In caso di pelle molto sensibile, si consiglia l’utilizzo iniziale di olio di mandorle dolci su una parte del corpo diversa dal viso per assicurarsi l’assenza di possibili reazioni allergiche o irritazioni. In caso di reazione allergica, interrompere l’uso del prodotto e consultare un medico per un’azione correttiva adeguata. Le persone con allergia alla frutta secca, alle mandorle e alle pesche sono a maggior rischio di sviluppare un’allergia all’olio di mandorle dolci e dovrebbero evitarne l’uso.

Bibliografia

  1. A. Huxley, The New Royal Horticultural Society Dictionary of Gardening, MacMillan Press, London ()
  2. J. Diamond, Guns, Germs and Steel: The Fates of Human Societies, W.W. Norton & Company, New York ()
  3. Daniel Zohary & Maria Hopf, Domestication of plants in the old world: The origin and spread of cultivated plants in west Asia, Europe and the Nile Valley, Oxford University Press, Oxford ()
  4. M. Rieger, Introduction to Fruit Crops, Haworth Press, New York ()
  5. H.S. Puri, Rasayana: ayurvedic herbs for longevity and rejuvenation, Taylor and Francis, London ()
  6. D. Cantor, J. Fleischer, J. Green, D.L. Israel, The fruit of the matter, Mental Floss ()
  7. David A. Bender, A Dictionary of Food and Nutrition, Oxford University Press, Oxford ()
  8. D.A. Hyson, B.O. Schneeman, P.A. Davis, Almonds and almond oil have similar effects on plasma lipids and LDL oxidation in healthy men and women, The Journal of Nutrition ()
  9. K. Korgavkar, F. Wang, Stretch marks during pregnancy: a review of topical prevention, The British Journal of Dermatology ()
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